sapete, ognuno ha i suoi metodi per sentirsi vivo e non aver voglia di sputarsi in faccia al mattino quando si vede allo specchio.
Il mio è quello di tentare di fare qualcosa di utile in quei posti in cui sembra che il valore della vita conti quanto una merda secca.
Ho una serie di incrollabili convinzioni su diritti umani, contratti sociali, solidarietà, internazionalismo, uguaglianza, autodeterminazione femminile insomma, tutta questa robaccia da inguaribili romantici anarchici che vorrebbero risolvere i problemi del mondo.
Ho scoperto da un sacco di tempo che i problemi del mondo sono complicati da risolvere, ma non ho mai smesso di crederci.
Sono proprio una ceppicona, e piu' che invecchio peggio è.
Viaggiare e conoscere il resto di questo mondo è sempre stato un mio pallino.
Negli ultimi anni, mi sono fiondata nella cooperazione sanitaria: insomma, c'e' una cosa che so fare discretamente, che è il mio lavoro, e ci sono contesti nei quali i diritti base, quali la salute riproduttiva, valgono ancora meno della vita e della dignità, che già non vale nulla: e quando la vita stessa non conta nulla, quella delle donne conta sempre meno.
E quindi? Quindi ci sono posti al mondo considerati talmente pericolosi che bisogna avere una buona dose di follia per volerci andare. Ogni anno viene pubblicata una classifica ragionata sui paesi piu' pericolosi, quelli dove vivere è una scommessa ogni giorno.
Io di questi paesi ho conosciuto il secondo, il terzo ed il quarto classificato. Potevo lasciar perdere il primo?
No che non potevo.
Non dopo aver conosciuto il Kurdistan, non dopo aver seguito per anni con rabbia le (poche) notizie che arrivano da quei posti bellissimi e martoriati dalle peggior invenzione umana: la guerra. Anzi, la religione. Anzi, il potere ed il denaro. Perche' alla fine è tutto un gioco di potere, potere derivato dai soldi, dalle armi, dal controllo delle vite altrui, di cui le religioni sono un mezzo potentissimo.
Domattina parto per il prossimo incarico: 6 mesi a Kobane, Siria, Rojava (Kurdistan siriano). Un posto dove stanno tentando un esperimento sociale che voglio vedere da vicino.
Un esperimento in cui la componente femminile è parte integrante e fondamentale.
Non so come andrà a finire, ma crescere, costruire, trovare nuovi metodi (vecchi?) di cooperazione e convivenza è qualcosa che mi appartiene profondamente.
paesi più pericolosi al mondo
Il mio è quello di tentare di fare qualcosa di utile in quei posti in cui sembra che il valore della vita conti quanto una merda secca.
Ho una serie di incrollabili convinzioni su diritti umani, contratti sociali, solidarietà, internazionalismo, uguaglianza, autodeterminazione femminile insomma, tutta questa robaccia da inguaribili romantici anarchici che vorrebbero risolvere i problemi del mondo.
Ho scoperto da un sacco di tempo che i problemi del mondo sono complicati da risolvere, ma non ho mai smesso di crederci.
Sono proprio una ceppicona, e piu' che invecchio peggio è.
Viaggiare e conoscere il resto di questo mondo è sempre stato un mio pallino.
Negli ultimi anni, mi sono fiondata nella cooperazione sanitaria: insomma, c'e' una cosa che so fare discretamente, che è il mio lavoro, e ci sono contesti nei quali i diritti base, quali la salute riproduttiva, valgono ancora meno della vita e della dignità, che già non vale nulla: e quando la vita stessa non conta nulla, quella delle donne conta sempre meno.
E quindi? Quindi ci sono posti al mondo considerati talmente pericolosi che bisogna avere una buona dose di follia per volerci andare. Ogni anno viene pubblicata una classifica ragionata sui paesi piu' pericolosi, quelli dove vivere è una scommessa ogni giorno.
Io di questi paesi ho conosciuto il secondo, il terzo ed il quarto classificato. Potevo lasciar perdere il primo?
No che non potevo.
Non dopo aver conosciuto il Kurdistan, non dopo aver seguito per anni con rabbia le (poche) notizie che arrivano da quei posti bellissimi e martoriati dalle peggior invenzione umana: la guerra. Anzi, la religione. Anzi, il potere ed il denaro. Perche' alla fine è tutto un gioco di potere, potere derivato dai soldi, dalle armi, dal controllo delle vite altrui, di cui le religioni sono un mezzo potentissimo.
Domattina parto per il prossimo incarico: 6 mesi a Kobane, Siria, Rojava (Kurdistan siriano). Un posto dove stanno tentando un esperimento sociale che voglio vedere da vicino.
Un esperimento in cui la componente femminile è parte integrante e fondamentale.
Non so come andrà a finire, ma crescere, costruire, trovare nuovi metodi (vecchi?) di cooperazione e convivenza è qualcosa che mi appartiene profondamente.
paesi più pericolosi al mondo