venerdì 15 luglio 2016

Nizza

e quindi si ricomincia la solita, miserabile litania...
"ammazziamoli tutti, affondiamo i barconi, tornino a casa loro, difendiamo il nostro stile di vita occidentale!".
Il nostro "stile di vita occidentale" fra le altre cose comprende lo Stato di Diritto, che prevede un giusto ed equo processo per ogni sospettato e la sentenza di colpevolezza solo al termine dell'iter giudiziario. Se siete passati ai processi sommari di gente che non c'entra nulla con l'attentatore, a parte l'appartenenza ad una religione che comprende circa 2 miliardi di persone, lo stile di vita occidentale l'avete gia' perso e siete uguali a quelli che uccidono a casaccio gente che passa; siete dei perfetti jihadisti. E fra parentesi vorrei pure far notare che tantissimi dei disperati che arrivano qui non sono di quella stessa religione: pochi giorni fa un morto ammazzato da un cazzotto fascista "allegrone". Ma il tipo era nero, quindi fa lo stesso. In tutto questo, i morti di Nizza sono ancora caldi. Mi fa tenerezza pensare ai miei parenti ed amici preoccupati che io torni in Sud Sudan perche' c'e' la guerra: Nizza e' stata la prima gita che ho fatto appena sono rientrata, ad aprile, per l'addio al nubilato di una mia amica che si è sposata a giugno. Se qualcuno si ricorda, ho postato diverse foto fatte proprio sulla Promenade des Anglais. Ci sono posti in cui 85 morti e 100 feriti fanno parte della quotidianita'. Non da noi, non qui. Non voglio la guerra: ne' qui, ne' da nessun'altra parte del mondo. Non siamo in una torre dorata isolata dal mondo. Se da qualche parte c'e' una guerra, ci riguarda, eccome se ci riguarda. Soprattutto se le armi usate provengono da casa nostra. E no, i morti non sono mai abbastanza lontani.