martedì 21 luglio 2015

Anniversari.

Beh, sembrava impossibile, perche' diciamocelo, 50 anni sono un bel pezzo di strada.
L'ho fatta tutta, ed oggi sono a 50.

21 luglio 1965, 21 luglio 2015.


"e non cancellatemi le rughe, ci ho messo tutta la vita a farmele venire"


martedì 12 maggio 2015

La mia Africa...

Pensare, pensare ancora, prepararsi, poi ripensarci, avere paura, desiderio, timore.
Voglia di fuggire e voglia di sfidarsi, paura, paura di cambiare e paura di rimanere fermi, bisogno di scoprire cose nuove e voglia di chiudersi nelle proprie sicurezze.
Paura, sempre paura.
Alla fine, la follia, il colpo di coda, il bisogno bruciante di andarsene.

"sai cosa si fa quando non se ne puo' piu'? Si cambia".

Me ne vado.

Il 22 luglio lascero' Firenze per l'Africa.
Il Sud Sudan, per la precisione.
Un paese appena nato e dilaniato dalla guerra civile.
Un incarico come cooperante in un ospedale missionario a Wau, citta' di cui fino a 5 mesi fa ignoravo l'esistenza.

9 mesi a fare l'ostetrica in Africa.

Forse sara' la mia Africa o forse diventera' la mia tomba, o una delusione, o un'esperienza da poco...

Comunque e' una sfida.






sabato 21 marzo 2015

Arbeit macht Frei

"Nonostante alcune contrarie apparenze, il disconoscimento, il vilipendio del valore morale del lavoro era ed è essenziale al mito fascista in tutte le sue forme. Sotto ogni militarismo, colonialismo, corporativismo sta la volontà precisa, da parte di una classe, di sfruttare il lavoro altrui, e ad un tempo di negargli ogni valore umano. Questa volontà appare già chiara nell’aspetto antioperaio che il fascismo italiano assume fin dai primi anni, e va affermandosi con sempre maggior precisione nella evoluzione del fascismo nella sua versione tedesca, fino alle massicce deportazioni in Germania di lavoratori provenienti da tutti i paesi occupati, ma trova il suo coronamento, ed insieme la sua riduzione all’assurdo, nell’universo concentrazionario.
Allo stesso scopo tende l’esaltazione della violenza, essa pure essenziale al fascismo: il manganello, che presto assurge a valore simbolico, è lo strumento con cui si stimolano al lavoro gli animali da soma e da traino.Il carattere sperimentale dei Lager è oggi evidente, e suscita un intenso orrore retrospettivo. Oggi sappiamo che i Lager tedeschi, sia quelli di lavoro che quelli di sterminio, non erano, per così dire, un sottoprodotto di condizioni nazionali di emergenza (la rivoluzione nazista prima, la guerra poi); non erano una triste necessità transitoria, bensì i primi, precoci germogli dell’Ordine Nuovo. Nell’Ordine Nuovo, alcune razze umane (ebrei, zingari) sarebbero state spente; altre ad esempio gli slavi in genere ed i russi in specie sarebbero state asservite e sottoposte ad un regime di degradazione biologica accuratamente studiato, onde trasformarne gli individui in buoni animali da fatica, analfabeti, privi di qualsiasi iniziativa, incapaci di ribellione e di critica.
I Lager furono dunque, in sostanza «impianti piloti» anticipazioni del futuro assegnato all’Europa nei piani nazisti. Alla luce di queste considerazioni, frasi come quella di Auschwitz, «Il lavoro rende liberi», o come quella di Buchenwald, «Ad ognuno il suo», assumono un significato preciso e sinistro. Sono, a loro volta, anticipazioni delle nuove tavole della Legge, dettata dal padrone allo schiavo, e valida solo per quest’ultimo.
Se il fascismo avesse prevalso, l’Europa intera si sarebbe trasformata in un complesso sistema di campi di lavoro forzato e di sterminio, e quelle parole, cinicamente edificanti, si sarebbero lette sulla porta di ingresso di tutte le officine e di tutti i cantieri."
-Primo Levi, in «Triangolo Rosso», Aned, novembre 1959.-


Non so perchè' mi vengono in mente, a leggere queste parole, certi simpatici personaggi odierni che firmano accordi e leggi che riguardano proprio il lavoro ed i lavoratori...

sabato 21 febbraio 2015

Gioie del rientro...

Il bello di lavorare in un cazzo di ospedale dove si deve risparmiare all'osso, sempre sulla pelle dei lavoratori e degli utenti.
Non fai in tempo a scendere dalla scaletta dell'aereo che ti ha riportato a casa (che gia' questo e' fonte di gioia), che arriva la fatidica telefonata:
"non e' che potresti rientrare un giorno prima, domenica pomeriggio, perche' sai, manca una in reparto la mattina, e quindi bisogna andare a sostituirla, e allora se tu rientri in sala una del pomeriggio scambia con la mattina e quindi un'altra puo' andare in reparto".
Al secondo giro mi era gia' venuto mal di testa, ma in sostanza la storia e' che ho vinto una domenica pomeriggio al lavoro.
Ok, capita, ma capita talmente di frequente...
Capita che la gente si ammali, che i figli piccoli si ammalino, che una voglia un giorno di ferie...e che non ci sia mai verso di pianificare tutto, visto le carenze prevedibili. Chiaro che se i numeri sono al minimo, basta nulla per farli saltare.
E succede in continuazione.
L'importante e' risparmiare...

Bon, vediamo di sfogarsi e divertirsi il sabato sera, che domani da divertirsi ci sara' ben poco.


Piero Ciampi - Andare Camminare Lavorare

venerdì 20 febbraio 2015

Tornare.

Tornare a casa da una brevissima vacanza.
Nulla di che', un voletto Ryanair da straccioni col loro bravo foglio A4 al posto del biglietto e la valigia dalle misure precisissime pressata all'inverosimile, un appartamento trovato via Internet fra quelli piu' economici, qualche idea sul soggiorno.
La scusa ufficiale era il RosenMontag, il carnevale di Dusseldorf.
Bello, per carita'...il Carnevale in Germania e' sentito moltissimo.
E poi un po' di turismo spicciolo, shopping, qualche monumento, il LungoReno...
Il motivo vero era scappare, ovviamente.
Andarsene, lasciarsi alle spalle la propria vita e vedere come potrebbe essere un'altra, in un altro luogo, piu' facile o piu' difficile, comunque diversa.
Altri ritmi, altra gente, altri luoghi.
Andarsene e' un'idea che accarezzo da troppo tempo.
Forse e' giunto il momento di prendere decisioni vere.
Poster - Claudio Baglioni