sabato 11 giugno 2011

Referendum

Domani si va a votare...e non per le politiche (quella cosa per la quale ogni volta, a guardare la scheda, coglie un profondo senso di sconforto che negli ultimi anni mi aveva indotto piu' di una volta a rinunciare al mio diritto di voto), ma per quattro referendum.
Non tento neanche di riassumere tutto quello che e' stato il percorso che ha portato a questo referundum....se siete italiani lo dovreste conoscere bene, se non lo siete, basta poco ad informarvi, se vi interessa....
Lascio pero' volentieri la parola al mio amico Giovanni, che in due post in un forum che seguo ha riassunto, in maniera mirabile, quello che e' anche il mio pensiero..quindi copio spudoratamente questi post e ve li propongo qui dentro.
(Che poi fare copia-incolla e' tanto piu' semplice che scrivere...heheh!)
"I radicali, col loro cattivo agire, hanno portato in italia divorzio e aborto, cessazione del finanziamento pubblico sui partiti (ignorato...), preferenza unica, abrogazione del reato di consumo di droghe leggere (coi quindicenni che finivano a Sollicciano per una canna), responsabilità civile dei giudici eccetera eccetera.
Lo strumento referendario è l'unico di democrazia diretta in mano ai cittadini.
Non andare a votare deruba tutti noi di un prezioso, seppur limitato, strumento di pressione nei confronti di quella classe politica che in teoria dovrebbe rappresentare noi e i nostri interessi. 
Visto che ci sono, aggiungo che non se ne può francamente più di questo cinismo postmoderno e qualunquista alla "tanto sò tutti uguali". Me ne frego era non a caso un motto fascista, invece credo che certe questioni, l'acqua pubblica ad esempio, o il nucleare, siano scelte che non possono non interessare tutti, e che per fregarsene occorra una totale indifferenza verso la realtà in cui si vive. Per questo il meccanismo del quorum è antidemocratico e andrebbe abolito: su certe realtà, come adulti e cittadini non si può non avere una opinione.
Sul fatto di publiacqua, il discorso è complesso. E' vero che si tratta praticamente ovunque di società di diritto privato, ma è anche vero che la maggioranza appartiene ai comuni e quindi, indirettamente, ai cittadini che possono esercitare un controllo. Se invece i privati si comprano (o ottengono in concessione per N anni) un impianto, quale controllo possono esercitare i cittadini? Cosa impedirà ai privati di limitare i controlli, abbassare la qualità, diminuire gli investimenti in modo da massimizzare il reddito, una volta che questo non potrà più tradursi in un contraccolpo politico/elettorale? Oggi l'acqua dell'acquedotto della anconella, ad esempio, è qualitativamente di molto superiore alla Ferrarelle, anche se non ha le bollicine, domani chi potrebbe impedire che un privato la porti ai valori minimi di legge, dato che io aprendo il rubinetto non avrò comunque scelta su chi scegliere come mio fornitore? Ancora, oggi ai giardini dell'anconella ci sono fontane gratuite per l'acqua sia liscia che gassata. Molti residenti li usano, ed è bello che l'acqua sia un diritto anche di chi i soldi per pagare la bolletta magari non ce li ha. Domani un servizio simile sarebbe solo una elemosina. Che è cosa ben diversa."
A voi .
Giorgio Gaber - La Liberta'

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